Dopo un viaggio da Bologna con un furgone carico di donazioni e due giorni di polvere, olio paglierino, cantine saccheggiate, carta vetrata che scalfisce le imperfezioni, accese competizioni tra straccio e mocio, mobili da montare, test su acqua calda e corrente elettrica… E Pasquetta?
Spargiamo un po’ la voce, ma siamo ancora in mezzo alla polvere:
Sapete, C.A.S.A. è ancora work in progress, se vi va di passarci a trovare ci fate compagnia mentre sistemiamo, ma non so se riusciamo a cucinare qualcosa…
Luca di #ripartidaisibillini scrive: “Io e Consuelo siamo in un casalinghi, mandateci la lista delle cose che vi mancano e ci pensiamo noi”. Alessandro, regista di Sassi, telefona direttamente: “Noi saremo in sei con due bambini, che dici se facciamo scorta all’alimentari e arriviamo tutti?”. Paola e Andrea, famiglia Brachetti: “Stiamo arrivando, portiamo l’intera famiglia e tutto quello che non serve. Ah! Anche un po’ di amiche che corrono coi lupi, ma non dirlo a Patrizia che è una sorpresa!”. E con loro arrivano l’energia e i sorrisi di Marisa, Manuela, Marika e Simona. Marco e Lucia (Tenuta Scolastici): “Noi a Pasquetta siamo da voi. Saremo poco originali ma… portiamo i nostri formaggi!”. E poi Silvia e Chicca di Hacca Edizioni / Kindustria con il primo quadro da appendere: un capriolo che racconta storie di «amori che hanno a che fare con i percorsi, quelli che hanno a che fare con la solitudine e poi ci sono quelli che non servono a niente, gli amori altissimi.». E due amici da Bologna, curiosi e appassionati. Arriva anche Daniele della Compagnia dei Cammini con la sua famiglia: la presenza che rincuora e la bellezza che fa tornare. Simone di Active Tourism e i suoi amici salgono a piedi, con zaini, racchette e cane assetato al guinzaglio, già pronti per Diverso il suo Rilievo 2018 di Alpinismo Molotov. Da Ussita arrivano anche Michela e Stefano con la prima ricotta prodotta dalle loro pecore sopravissane dopo il terremoto, i piccoli Diego ed Emma si uniscono subito agli altri bimbi per scorrazzare sull’erba. E poi Roberto, Christian e Alberto di Movimento Tellurico, uomini preziosi pronti a fare gli onori di C.A.S.A.
Con a terra ancora la neve del weekend, spunta un sole che brucia le labbra e ci spoglia di ogni peso.
Non ci conosciamo tutti, così ci raccontiamo a piccoli gruppi su panche, sedie, tappeti, tronchi, sassi e mattoni sparsi qua e là. Un umarell realizzato in stampa 3D vigila i formaggi, un paio di ciauscoli e un tappeto di torte salate di tutti i colori. L’amore per questa terra e il desiderio di immaginarne insieme il futuro ci uniscono con un filo invisibile.
A fine giornata un amico ci invita nella sua SAE (Soluzioni Abitative in Emergenza), consegnata da un paio di settimane in zona Forapezza (Ussita). Il suo è un piccolo regno di meraviglie, una wunderkammer di oggetti straordinari dove ci immergiamo stanchi ma affascinati. Tra i racconti e qualche sbadiglio di troppo, ci fa leggere un suo riadattamento di Quello che non ho di Fabrizio De Andrè, nato in modo spontaneo nei giorni vissuti nel camper: un testo che parla di guardare avanti, di futuro, di incertezze, di ciò che si è perso. La fine sembra perfetta per concludere questa giornata.
Quello che invece ho
son questi amici in croce
con cui divido il pane
il vino e questa voce
Foto di Luca, Silvia, Chiara.
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