“La direzione dell’aquila”
Non riusciamo proprio a lasciare la piazzetta di Castelluccio.
Temporeggiamo, salutiamo, prendiamo un caffè, un pacco di biscotti, pian piano ricompaiono tutti e ci salutano per nome.
Ancora non siete partiti? Vi fermate per pranzo?
Scriviamo il post del giorno un po’ in ritardo e ci mettiamo in marcia. Quando salutiamo gli altri, intenti ovviamente a cucinare, ci offrono subito un passaggio fino a Madonna della Cuna. In realtà è ‘Merigano che ordina a Scacchi di prendere la sua macchina e di portarci fin là, dove c’è una fonte di acqua fresca che è sempre un buon punto di partenza con il solleone. Accettiamo, ci piace salire in macchina con chi non conosciamo, si crea una sorta di complicità, scattano le domande e ci si conosce in modo un po’ più intimo. All’altezza del Pian Perduto Scacchi inchioda rapido e urla:
Guarda guarda guarda!!! Un’aquila!!!! Guarda quant’è bella!!!
Mettiamo la testa fuori dal finestrino e restiamo a bocca aperta, non ci passa nemmeno per la mente di fare una foto, la nostra prima aquila ce la godiamo tutta. È gigante e sembra sospesa. Castelluccio ci saluta così.
Ci incamminiamo verso Castelsantangelo sul Nera, tagliando per sentieri e cercando di accorciare la strada verso l’Erborista. Non vorremmo farlo ma non abbiamo molte alternative e quindi percorriamo la strada chiusa dall’ordinanza, tra frane e asfalto spaccato. Spero la riapriranno presto, era una strada trafficata e molti turisti a Castelluccio chiedevano di poter venire in qua. In cammino, all’altezza dell’Hotel Fiorita, chiamo Renato perché vorremmo passare nella zona delle roulotte, rinominata Forte Apache, dove una trentina di persone presidiano il paese da ottobre e dove in questi giorni c’è stata una polemica per il ritiro dei container adibiti a bagni da parte della Regione. Quando gli dico che sto arrivando a piedi Renato mi chiede per 4 volte:
A piedi??? – Chiara, a piedi da Castelluccio? – Non ho capito, ma a piedi??? – Per strada, ok, ma a piedi?
Sorrido. Mangiamo a Gualdo dando un’occhiata alla nuova zona per le casette e continuiamo verso Castelsantangelo. L’idea era quella di fermarci qui a dormire, un posto familiare dove siamo venuti tante volte, ma arrivati a Forte Apache scopriamo che stasera sono tutti impegnati in una cena e decidiamo di tornare a Visso, non prima però di passare un po’ di tempo con Renato. Per caso incontriamo Laura con cui solo Roberto sale in macchina e inizia il suo racconto…
Vado con Laura, la mamma di Daniele, per recuperare la tenda che avevamo lasciato a lui 10 giorni fa pensando di fermarci a dormire qui. L’abitazione è a Nocelleto, una frazione di Castello. Quando le chiedo in che situazione si trova mi racconta che lei può considerarsi tra i fortunati, perché durante i giorni del sisma la sua casa era in costruzione: se dunque fosse crollata non avrebbe ricevuto i contributi per poterla sistemare, in quanto casa non ancora accatastata. Invece “ha retto bene la botta” e ora la casa è pronta e agibile. La frazione di Nocelleto invece è poco più che un ammasso di macerie, quasi tutte le case sono andate giù col sisma, incluso il loro ristorante Dal Navigante. All’improvviso, mentre passiamo di fianco ad un recinto, due caprioli cercano di saltare in strada ma, vedendoci improvvisamente sbucare, si ritirano nel giardino impauriti. Vinco quindi io a chi tra me e Chiara ha visto più animali nel Parco…
Ci affacciamo nella zona rossa di Castelsantangelo sul Nera, hanno riaperto alcuni accessi e forse iniziato con qualche demolizione. C’è un silenzio tombale quando all’altezza del distributore incontro Gregorio della Norcineria Alto Nera, il quale temporaneamente (spero) ha spostato l’attività ad Osimo.
Il ritorno è un po’ triste, tra l’amaro e il romantico, tant’è che quando arriva il tramonto sulle vasche delle Trote Cherubini ci sembra quasi di riconsegnarci al mare, abbandonando il parco. Arrivati a Visso facciamo un giro a piedi – approfittando del fatto che han tolto il presidio militare – fino alla macchina, dove troviamo un biglietto: è di Davide, con cui abbiamo condiviso i primi tre giorni. Sembra una vita fa.
Andiamo a salutare Lina della Pasticceria Vissana, ci ha seguiti nei social e rifocillati sia alla partenza che all’arrivo ed è con la sua pizza tra i denti che lasciamo i confini del Parco. Stiamo già pensando di tornare per la festa Gusto, in programma questo weekend a cura dell’associazione Vissosteniamo. Non vogliamo andarcene.
A Pioraco il volto di mia madre mi guarda come se fossi tornata da una battaglia: pelle nera e più consumata, dimagrita, graffi e ferite, corporatura fiera ma allo stesso tempo affaticata, zoppicante. Tira subito fuori il bicarbonato nel quale ha intenzione di immergermi. Mi offre gelato, cocomero, ma io vorrei solo acqua. Penso che così spoglia di tante cose non lo sono stata mai. E mi sento orgogliosa di me, di noi, della mia terra. So che conosce la direzione.
“Penso che se potessi attraversare a piedi un paese, non solo vedrei molte cose e mi capiterebbero avventure che altrimenti perderei, ma stabilirei con esso un rapporto personale, e anche con gli uomini e le donne, in un modo che mi darebbe la più profonda soddisfazione.”
John Burroughs “L’euforia della strada” 1875, tratto dall’antologia “La via del sentiero” a cura di Wu Ming2, edizioni dei cammini, 2015.
Venerdì 18 agosto 2017
11 / da Castelluccio di Norcia a Visso
Percorso: SS passando per Gualdo e Castelsantangelo sul Nera (percorso chiuso)
20 km percorsi
Da 1452m a 977m slm
Giorno precedente | Tutto il cammino
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